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Mini-guida lampadine

Come scegliere quelle che fanno al caso nostro tra le varie tipologie disponibili

Quanti tipi di lampadine esistono? Sicuramente ne abbiamo presenti più di un tipo, ma la tecnologia avanza rapidamente e può essere utile stilare una lista aggiornata delle tipologie di lampadine presenti sul mercato, comparando le loro caratteristiche, dall’efficienza, al tipo di luce emessa, alle concrete possibilità di risparmio.

Lampadine a incandescenza

La tipologia che certamente viene in mente per prima, è quella delle vecchie lampadine a incandescenza, che producono luce rendendo incandescente un filamento sottilissimo metallico di tungsteno, fino a raggiungere la temperatura di 2700° gradi kelvin. Nelle lampadine a incandescenza tradizionali, solo il 5% dell’energia che le alimenta viene convertito in luce, il rimanente 95% diventa calore e, a tutti gli effetti, risulta essere energia sprecata.

Data la loro inefficienza, la Commissione europea ne ha sancito la messa al bando in tutti gli Stati membri, secondo un programma di progressiva sostituzione a partire dal settembre 2009, con completamento entro il 2012. Oggi quindi è vietato venderle, a parte alcune eccezioni per usi professionali.

Le lampadine a incandescenza sono ormai sostituite da nuove tecnologie a risparmio energetico e dai LED. Grazie a questi nuovi dispositivi d’illuminazione, oggi possiamo ottenere più luce a parità di energia con molto meno calore generato. Le lampadine a incandescenza risultano quindi ormai una tecnologia superata e altamente inquinante; il suggerimento per chi ne avesse ancora installate in casa è sicuramente quello di sostituirle con le più efficienti lampadine al Led.

Lampadine alogene

Lampade alogene cosa sono? Per chi si avventura all’interno dell’universo dei diversi tipi di lampadine questa è una domanda assolutamente legittima. Una lampadina alogena consiste in un filamento di tungsteno sigillato in un involucro compatto trasparente, insieme a un gas inerte e a una piccola quantità di alogeno come iodio o bromo, che aumenta la durata e l’efficienza luminosa della lampadina.

Esistono due differenti tipologie di lampadina alogena: quella a tensione di rete (220V, che può essere installata direttamente senza l’impiego di trasformatori) e quella a bassissima tensione (i faretti, da 6-12-24V, che richiedono un trasformatore per il collegamento alla rete di 230V). Le lampadine di questo tipo, grazie al consumo limitato di energia risultano abbastanza convenienti, ma possono essere utilizzate solo in locali poco ampi o che necessitino di un apporto luminoso molto limitato.

Esistono anche le lampade alogene IRC (Infrared coating) o a risparmio di energia, dotate di un riflettore che riconduce parte del calore sul bulbo. Confrontate con le alogene tradizionali, risultano più efficienti da molti punti di vista e sono adatte a sostituire le incandescenti in locali dove serve immediata disponibilità di luce, illuminazione localizzata, riaccensioni frequenti, utilizzo discontinuo. Hanno il pregio di essere di piccole dimensioni, di avere un’ottima resa cromatica e una riaccensione immediata. Presentano però questi svantaggi non trascurabili: scarsa efficienza rispetto alle lampade fluorescenti e ai LED, elevata emissione di calore e grande fragilità. Inoltre, quelle a bassa tensione hanno bisogno di un trasformatore per funzionare. Per chi si dovesse trovare nella condizione di dover maneggiare lampade alogene a bulbo è importante lavarsi le mani dopo averle toccate; infatti, tutte le lampadine alogene rilasciano sul bulbo depositi di grasso che possono annerirne il vetro, e che non è igienico rimangano sulle mani. Nel caso, si dovesse toccare il bulbo della lampadina alogena, è sufficiente lucidarlo con un panno inumidito di alcool e lavarsi accuratamente le mani.

Lampadine fluorescenti compatte

Le lampade fluorescenti, più comunemente chiamate a risparmio energetico, sono lampade a scarica, costituite da un tubo di vetro rivestito internamente da uno strato di speciali polveri fluorescenti, che contiene una piccola quantità di vapore di mercurio a bassa pressione. In corrispondenza delle estremità del tubo, si trovano due elettrodi che, al passaggio della corrente, generano una scarica da cui deriva l’emissione di radiazioni luminose. In base alla composizione del materiale fluorescente che contengono, si ottiene una luce più calda oppure più fredda. Hanno un’elevata efficienza luminosa e una lunga durata di vita, dimensioni e tonalità di luce simili a quelle delle lampade a incandescenza.

Sono particolarmente indicate per illuminare ambienti interni ed esterni, dove sia necessario un utilizzo prolungato senza accensioni e spegnimenti frequenti. Se usate correttamente, in sostituzione delle tradizionali lampade a incandescenza, consentono di ridurre fino al 70% i consumi di energia elettrica. È necessario prestare particolare attenzione in caso di rottura, poiché sono potenzialmente pericolose.

Lampade fluorescenti tubolari

Conosciute anche come neon, possono essere lineari o circolari. Le caratteristiche della luce emessa dalla lampada sono determinate dalla polvere fluorescente che riveste la parete interna del tubo. In base al tipo di polveri fluorescenti si hanno rese cromatiche della luce differenti. Hanno un’elevata efficienza luminosa, una lunga durata di vita, offrono diverse tonalità di colore e sviluppano poco calore, ma accensioni e spegnimenti molto frequenti, con intervalli inferiori ai 15 minuti, riducono sensibilmente la durata di queste lampade.

Inoltre, non possono essere collegate direttamente alla rete di alimentazione ma hanno bisogno di un reattore e in alcuni casi di uno starter. Anche i neon sono raccomandati nei casi in cui vi sia la necessità di un uso prolungato, senza accensioni e spegnimenti troppo frequenti.

Lampade a induzione magnetica

Delle lampade a induzione magnetica ultimamente se ne sente parlare molto, ma non tutti hanno un’idea chiara di cosa siano. Le Lampadine a induzione magnetica sono un particolare tipo di lampadina per molti aspetti simili alle lampade fluorescenti. Dal punto di vista tecnico, la loro peculiarità è che al loro interno non avviene passaggio di elettroni. Questa loro caratteristica le rende particolarmente longeve; il loro ciclo di vita può durare fino a oltre le 100.000 ore senza che il livello di luminosità prodotta diminuisca.

Il loro unico grosso inconveniente è che, data la necessità di far circolare i gas al loro interno, non sono particolarmente adatte all’uso domestico. Sul mercato casalingo, oggi, non si sono ancora affermate; ideali per l’illuminazione pubblica e per quella di grossi spazi, per l’uso domestico la loro alternativa, ad oggi, rimane il Led.

Lampadine LED: l’ultima frontiera dell’illuminazione

L’alternativa più evoluta alle precedenti lampadine è costituita dalle lampade LED, Light Emitting Diodes, ovvero “diodi che emettono luce”. Questi bulbi di ultima generazione hanno lunghissima durata, sono molto resistenti a urti e colpi, consumano sensibilmente meno e producono un impatto ambientale minore (non hanno bisogno di un trattamento speciale per lo smaltimento o riciclo, a differenza delle luci a fluorescenza che contengono mercurio).

I LED consentono di risparmiare, a parità di luce emessa, fino all’80% di energia elettrica rispetto a una normale lampada a incandescenza e consentono perciò di realizzare risparmi sulla bolletta elettrica in tempi brevi. L’illuminazione LED è fino a cinque volte più efficiente rispetto alla maggior parte delle lampadine alogene. Queste lampadine hanno un tempo di vita che può arrivare fino a 30.000 ore, contro le 1.000 di una lampadina tradizionale e le 10.000 di una lampada a fluorescenza.

Risultano essere la scelta più efficiente, garantendo risparmio economico: l’investimento iniziale viene più che recuperato nel corso della durata di vita della lampadina perché i costi di gestione sono inferiori, grazie al minore consumo energetico e al fatto che non sarà necessario sostituire la lampadina per molto tempo, solitamente per circa 15 anni. In ogni caso, i prezzi dell’illuminazione LED si stanno avvicinando a quelli delle lampadine tradizionali: già oggi il LED offre un buon rapporto qualità prezzo e, con la progressiva diminuzione del prezzo, il valore aggiunto continuerà ad aumentare. Esistono in diverse forme, design (anche adatte a lampadari d’epoca e in stile) e varianti di luce (calda, fredda e tonalità intermedie).

Plenitude propone sul proprio e-store i LED Philips. Oltre ai vantaggi comuni a tutte le lampadine simili, i LED Philips hanno la particolarità di garantire un risparmio ancora maggiore, che raggiunge il 90% e di offrire, a parità di potenza e temperatura di colore, una luce più brillante con lo stesso consumo di energia. Hanno infatti un IRC (indice di resa cromatica) superiore a 80, che si avvicina a quello della luce naturale, garantendo colori nitidi e vivaci. Inoltre, la vasta scelta di forme e personalizzazioni cromatiche della luce, garantisce una soluzione per ogni esigenza.

Come smaltire i diversi tipi di lampadine?

Per sostituire le vecchie lampadine con nuovi modelli più performanti ed ecologici è importante sapere qual è la corretta procedura di smaltimento. Infatti, come forse non tutti ancora sanno, le lampadine non possono essere trattate come normali rifiuti ed è vietato buttarle semplicemente nel bidone del vetro o, peggio, in quello dell’indifferenziato.

I diversi modelli di lampadine contengono non solo vetro ma anche metalli e, nel caso delle lampadine alogene, anche gas potenzialmente molto inquinanti. Le lampadine devono, dunque, essere trattate come rifiuti speciali e il loro smaltimento deve essere differenziato in base al modello.

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